Dario Piana, un regista;
Schumpeter, un economista; e i Beatles, il più celebre complesso
musicale di tutti i tempi. Tre protagonisti apparentemente lontani ma
che hanno in comune il medesimo demone: la distruzione creativa. Ogni
prodotto innovativo distrugge tutto quanto esisteva prima di esso.
E la pubblicità, in questo processo, assume un ruolo determinante e
necessariamente deformante della realtà. Ma la pubblicità stessa, quale
servizio offerto al mercato, è soggetta essa stessa a un intenso
processo di distruzione creativa. Niente più della pubblicità è figlia
del proprio tempo: commistioni, tendenze, esasperazioni, tutto è
ripreso, mixato e riproposto in nuove forme e stili.
E in questo concitato panorama pochi hanno la voglia, la capacità, la
creatività e l’intelligenza di rimettersi quotidianamente in gioco, di
distruggere le proprie creature per darne alla luce altre in un infinito
ciclo virtuoso.
Dario Piana è uno di questi.
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Creative Destructions
Dario Piana, Scumpeter and
the Beatles
Il libro è diviso in due parti.
La prima è dedicata all’argomentazione della suddetta tesi. Schumpeter,
negli anni quaranta dello scorso secolo, ha enunciato una teoria generale
basata proprio sull'innovazione tecnologica, un'innovazione così violenta
e rivoluzionaria da essere definita distruttiva della madre dalla quale
derivava, una specie di mantide religiosa industriale. Questa teoria,
oggi, è in realtà applicabile a qualsiasi
disciplina/arte/espressione/attività moderna. L'apparente contraddizione
in termini (distruzione-creazione) è in realtà l'esplicitazione
tautologica di un fenomeno assolutamente naturale, che soddisfa il
principio darwiniano della sopravvivenza del più adatto. Solo così è
spiegabile la longevità professionale di Dario Piana, l’unico regista
pubblicitario, probabilmente a livello internazionale, a essere riuscito a
perpetrare il proprio successo per vent’anni senza mai scendere ad alcun
compromesso con la propria creatività, rimanendo sempre fedele a se
stesso. Così come avevano fatto i Beatles nella loro carriera musicale.
Nessun gruppo musicale e, oserei dire, nessun musicista nemmeno del
passato è mai stato preda di un'equivalente distruzione creativa. Per
dimostrare questa tesi è sufficiente prendere ad esempio pochi brani e
ascoltarli uno di seguito all'altro. Cominciamo da Twist and shout, uno
dei loro primissimi brani, coinvolgente ma rozzo ai limiti della decenza.
Eppure sono già i Beatles che solo una manciata di anni dopo comporranno
Here, there and everywhere, For no one e Yesterday, passeranno per Sgt.
Pepper’s Lonely Hearts Club Band fino a concludere la loro carriera
musicale con quell'incredibile suite, fatta di un collage di brani
apparentemente inconciliabili, quale la seconda facciata di Abbey Road.
Nella seconda parte, invece, vengono
pubblicati per la prima volta alcuni degli storyboard disegnati da Dario
Piana per preparare i propri film. Piana, infatti, è uno dei pochi registi
in grado di realizzare in proprio uno storyboard e i suoi disegni sono di
per se stessi già un’opera d’arte.
La seconda parte è a sua volta divisa in
cinque capitoli, tanti quante sono le forme espressive utilizzate da Dario
Piana nel proprio lavoro.
Carni Eccellenti è dedicato all’uso dei testimonial.
Citazioni Succedanee alle citazioni cinematografiche.
Emozioni Surreali alla regressione verso la dimensione più innocente e
vulnerabile dell’essere umano.
Azioni Irriverenti allo humor che pervade tanti film di Dario.
Infine Espressioni Sensuali, ovvero il piacere dei sensi: vista, udito,
olfatto, tatto e un pizzico di sesso.
Oltre agli storyboard, ognuno dei quali completo di scheda tecnica, frame
tratti dal film e relativi aneddoti, ogni capitolo recepisce il contributo
di alcuni dei maggiori Creative Director italiani: Maurizio D’Adda,
Lorenzo Marini, Maurizio Sala, Gavino Sanna e Gianpietro Vigorelli. |