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Perchè l’ho fatto
Intervista con l’ideatore di
Salvate la Terra!
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Mr Truck, l’autore di Salvate la Terra! è un tipo strano
e strana è risultata la mia intervista con lui. Nonostante abbia
tentato di farmi fare figura dello stupido, ho preferito riportarla testualmente,
così come è rimasta incisa nel mio registratore.
- Mr Truck, quando le è venuta l’idea
di questo gioco? -
- Ehm, uhm - si gratta la punta del naso mentre
tenta di allentarmi un uppercut con il mouse che continua a far roteare
con la mano destra tenendolo per il filo – ecco, sarà stato giugno
dell’anno scorso. Mi trovavo in ufficio. Mi ero distrutto la mano a furia
di cickare su modello 3D che non ne voleva sapere
di venire fuori e allora ho preso la palla anti-stress per rilassarmi un
po’ il polso quando, Zac! mi si è fiondata
in testa l’idea. Deve sapere che la mia palla anti-stress assomiglia a
un piccolo mappamondo e così, quando l’ho vista schizzare verso
il mio naso come una molla, dopo che l’avevo compressa in meno di un centimetro
cubico, ho avuto l’illuminazione. Eh sì, è stato un po’ come
per Newton e la mela, con la differenza che lui si è fatto molto
più male di me... – ride e prova ancora ad attentare all’integrità
del mio setto nasale con il mouse–. - Solo che il grande Isaac ha fatto una delle
più grandi scoperte scientifiche della storia, mentre lei... –
- Mentre io ho inventato quello che verrà ricordato negli annali
dei videogames come una pietra miliare dell’endutainment (parola anglosassone
che indica un gioco che ha anche finalità educative n.d.r.). Inoltre
spero di farmi un bel gruzzolo di dollaroni e di poter proseguire il mio
lavoro creativo da una qualche spiaggia caraibica, mentre quel matto di
Newton ha passato il resto della vita in un posto umido e pieno di spifferi
come Oxford. –
-
Endutainment?!Da
quando in qua uno sparatutto ha delle finalità didattiche? –
- Ma quale sparatutto! - a questo punto Mr Truck
mi da una dimostrazione in diretta di perchè si fa chiamare così.
Scatta in piedi e dall’alto del suo metro e novantacinque e dal largo dei
suoi centoventotto chili, mi piazza a un centimetro dal naso il mouse mentre
mi urla in faccia tutto il suo disgusto - Ma ci ha giocato lei con il mio
game? -
- Ecco, fino ad un certo punto, ero quasi
alla fine quando... –
- Ho capito... - intanto, grazie a Dio, si è seduto di nuovo
e il tono della voce è tornato normale - Lei è uno di quelli
che... Mi dica quante volte ha giocato con Salvate la Terra?- - Non saprei, due, tre. Non lo so esattamente.
Lo sa quanti giochi devo recensire io? Non lo faccio mica perchè
mi diverto. Io non gioco, lavoro. –
- Ho capito tutto, anzi ho capito che lei non ha capito. Innanzitutto
Salvate la Terra! non si gioca ma si “vive”.
Se lei l’avesse “vissuto” un po’, avrebbe subito capito che si tratta di
una grande parabola. –
- Una parabola?
–
- Certo! Secondo lei il protagonista del gioco chi è? –
- La Terra. -
- Perfetto. E la Terra secondo lei da chi è governata nella
sua avventura? –
- Dagli uomini? –
- Certo che è governata dagli uomini e da chi altri se no? E
quanti uomini si vedono, si sentono parlare o agiscono nel gioco? –
- Mi pare... forse... No, non ricordo di averne
visto nessuno. –
- Bene. E secondo lei questo è normale? Una Terra, che sicuramente
è abitata da uomini come noi e che agisce all’unisono, come un’astronave
governata da un capitano della flotta astrale di Star Trek. –
- Beh, le semplificazioni richieste dalla
finzione scenografica l’hanno costretta a rendere implicito il processo
democratico tramite il quale... –
- Non si arrampichi sui vetri, la prego! E’ chiaro che ho reso implicito
la modalità ma ho reso invece molto esplicito il risultato.
La mia
Terra è una visione olistica dell’intera storia
dell’umanità in cui tutti gli esseri viventi, intelligenti o meno,
vivono in perfetta simbiosi con l’ambiente che li circonda, costituendo
a tutti gli effetti un’unica entità, un unico organismo vivente
e pensante. Quando uno gioca e “vive” Salvate la Terra! regge sulla punta
delle sue dita l’intero peso dell’esistenza del pianeta e di chi lo abita.
Per questo ho coniato lo slogan “”. Quando si “vive”
Salvate la Terra! bisogna avere la massima concentrazione, la stessa concentrazione
che i sacerdoti maya dovevano avere quando si cimentavano, nelle loro feste
sacre, in un gioco simile alla moderna pelota. Ma nell'afferrare e nel
lanciare la palla erano consapevoli che sarebbe bastato un solo sbaglio
da parte di uno di loro a far precipitare l'Astro del Sole. Questo è
il corretto approccio che bisogna avere quando si “vive” il mio gioco!
La bellezza del gioco consiste proprio nell’assumere di essere gli unici
detentori del destino del nostro pianeta, anzi di essere il pianeta stesso
e di non potersi concedere alcun errore. –
- E’ per questo, allora, che nel gioco non
esiste il concetto di “vite”... –
- Certo! In Salvate la Terra! non si possono commettere errori: ne
va della nostra esistenza! –
- Non le sembra di esagerare adesso? Si tratta
solo di un gioco e poi, quando la terra esplode, lei consente di ricominciare
dallo stesso schermo e non dall’inizio dell’intero gioco. –
- E’ vero. Ho dovuto concedere questa semplificazione al mio editore
per motivi commerciali. Il gioco sarebbe stato troppo difficile e le vendite
ne avrebbero risentito, ma ho comunque in mente di rilasciare più
avanti, magari l’anno prossimo, una versione estrema, dove il minimo errore
non sarà consentito e costringerà il Navigatore, preferisco
chiamare così i miei utenti, a ricominciare tutto da capo, fino
a doversi reinstallare l’intero programma! E non sto affatto esagerando!
Voglio che Salvate la Terra! diventi una disciplina mentale che ripulisca
i nostri cervelli da tutta la spazzatura che i media vi hanno ficcato dentro
negli ultimi venti o trent’anni… -
A questo punto ho tentato di accomiatarmi da Mr. Truck, i cui occhi
nel frattempo avevano preso a roteare e lampeggiare come un faro, perché
era ormai evidente che avevo a che fare con un pazzo fanatico
e che quest’ultimo, ossia il pazzo, stava per entrare in uno stato di pericolosa
esaltazione.
- Ma cosa sta facendo? No se ne vorrà mica andare via? – urla
non appena tento di alzarmi.
- Chi, io?! – rispondo non appena il solito
mouse mi sfiora la protuberanza metafisica sinistra – assolutamente no.
Volevo soltanto sgranchirmi le gambe… -
- Ah, bene. Faccia pure, io intanto le illustro l’aspetto storico del
gioco. Immagino avrà notato il parallelismo tra delle vicissitudini
della Terra e l’evoluzione storica della nostra specie.
–
- A dire il vero… -
- Lo immaginavo. Mi dica. Cosa fa la Terra nel corso della prima puntata?-
- Si difende dagli asteroidi. –
- Bene e poi? –
- Cerca di procurarsi delle risorse: acqua,
cibo, eccetera. –
- Bravissimo! E tutto ciò non le ricorda nulla? –
- Ma… forse l’uomo primitivo? –
- Certo! L’uomo primitivo che ha ancora le facoltà intellettive
ridotte al minimo, perché deve ancora soddisfare i propri bisogni
primari. E poi? –
- Poi, poi c’è quel labirinto di asteroidi
e la prima puntata finisce… -
- Non mi dica che non ha notato la citazione? –
- Quale citazione? –
- Ma quella ad Arthur C. Clark, naturalmente!
–
- Non lo conosco. Chi era uno dei primi sviluppatori
di Arcade Game? –
- Ma noooo! Sto parlando del grande Arthur C. Clark, l’autore di “2001
Odissea nello spazio”! –
- Ma non era Stanley Kubrick? –
- Quello era il regista del film tratto dal libro di Clark. –
- Ah, non lo sapevo. Ma non vedo il nesso.
–
- Il Monolite! Non ricorda il Monolite, quello
che compare anche nella scena con le scimmie e fa sì che la scimmia
acquisti in pratica l’intelligenza… -
- Sta parlando di quella grossa pietra levigata
nera che trovano poi anche sulla Luna e che ritorna anche il quel finale
tutto sconclusionato? Mi sono sempre chiesto cosa centrasse con il resto
del film… -
- Argh!
– a questo punto Mr Truck, tenta di sfracellare il mouse contro il muro,
ma poi si trattiene e il suo volto da rosso paonazzo che era, scema verso
un più tenue lilla.
- Calmo. Devo stare calmo. Comunque il contatto della Terra con il
Monolite, che nel mio gioco è d’oro invece che nero, consente alla
Terra di accedere ad un’altra dimensione, più evoluta e simboleggia
l’evoluzione dell’uomo da essere quasi animalesco a essere pensante. Ha
capito adesso? –
- Interessante. Anche se poi il resto del
gioco, almeno da quanto ho visto dalle preview su Internet, diventa un
fantasy puro con tutti quegli esseri irreali che certo non possono più
avere alcun aggancio con la nostra storia. –
- Ed è qui che si sbaglia nuovamente. Proprio non ricorda chi
era Euristeo? –
- Quel pianeta col faccione a forma di Luna.
–
- Ma nooo! Quello è il mio gioco. Sto parlando di mitologia
greca. Euristeo, il re di Micene, quello che impose ad Ercole
le proverbiali dodici fatiche. Io ne ho sviluppato solo sette: i buoi di
Gerione, la cerva dalle corna d’oro, gli uccelli di Stinfalo, le mele delle
Esperidi, il leone di Nemea e Cerbero, il cane dell’Ade e l’Idra. –
- Ah! Ecco cosa mi ricordava l’Idra: Hercules!
Allora in questo caso ha citato Walt Disney e il suo ultimo cartone animato…
-
La mia intervista con Mr Truck termina qua. Quel che ha detto dopo
è rimasto inciso sul nastro del mio registratore ma vi assicuro
che non è assolutamente pubblicabile.
Comunque il rissoso autore mi ha promesso di tenermi informato sull’evoluzione
del gioco e su il suo significato recondito.
Ha detto però che tutte le nostre future comunicazioni dovranno
avvenire via E-mail per evitare che un eccesso di cultura possa risultare
fatale alle mie già provate meningi. Non ho capito a cosa si riferisse,
ma comunque, per dovere di cronaca, riporto testualmente i suoi desideri,
come riporterò in queste pagine tutte le altre informazioni che
Mr Truck mi vorrà gentilmente inviare.
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