Un progetto di Giulia Minghetti
Com’è nata l’idea di S.U.P.E.R.market? Immaginiamo che una semplice mela sia il pianeta Terra, e, tolte le acque, le terre aride e quelle cementificate, ciò che rimane a disposizione per l’agricoltura è il 60% di 1/8 di questa mela, del quale solo il primo metro equivale a terreno fertile.
Siamo infatti di fronte ad una situazione irreversibile, nella quale la disponibilità di terreno produttivo è inversamente proporzionale all’aumento demografico.
Inoltre, la produzione di cibo è l’attività dell’uomo che ha il maggior impatto sul cambiamento climatico, più del riscaldamento degli edifici e dei mezzi di trasporto, sia a causa della filiera sia degli scarti.
Un’emergenza globale che a livello locale va affrontata a partire dalle nostre scelte alimentari quotidiane, sia a tavola, sia nel momento della spesa al supermercato.
Ed è su questo momento che pone l’attenzione il mio progetto, che ha l’obiettivo di rendere il cemento degli impianti di vendita coltivabile.
S.U.P.E.R.market (acronimo di Sustainable Upper Production on Earthed Roofs) intende infatti generare un sistema, sostenibile, urbano e integrato di produzione-distribuzione di frutta e verdura, tramite serre fotovoltaiche a coltivazione fuori suolo, installate sul tetto di super e ipermercati, progettando, realizzando e gestendo un impianto a controllo elettronico, a stretto contatto con la struttura di vendita della GDO.
La rivoluzione sta nel modo in cui il cibo viene acquistato e non solo prodotto, tramite il coinvolgimento diretto del consumatore.
L’impianto sarà in grado di produrre fino a 50 tonnellate di frutta e verdura all’anno ogni 1000 mq, senza pesticidi e di qualità garantita, utilizzando meno acqua (circa l’80% in meno) e terra rispetto all'agricoltura convenzionale.
L’inutilizzato, cioè i tetti, diventano così nuove superfici produttive, e lo scarto, cioè l’energia altrimenti dispersa dal supermercato sottostante, circa l’82%, viene riutilizzata per alimentare le serre.
I vantaggi economici sono riscontrabili sia per il consumatore che per il produttore.
Sono sicura che, grazie al percorso che mi aspetta all’interno di Speed MI Up, l’idea di coltivare un nuovo modo di fare la spesa diverrà esecutiva e reale.